Una delle domande più frequenti da parte dei nostri clienti è quale sarà l’evoluzione dei prezzi dell’oro nel 2025. Continueranno a crescere? Subiranno una battuta d’arresto?
Rispondere con puntualità non sempre è facile, considerato che le determinanti che influenzano il prezzo dell’oro subiscono a loro volta evoluzioni spesso inattese.
Possiamo tuttavia condividere alcune riflessioni che ben manifestano il pensiero dei nostri esperti. Scopriamole insieme.
La dinamica del prezzo dell’oro
Per prima cosa, ricordiamo che la dinamica del prezzo dell’oro è principalmente guidata dalla domanda d’investimento per il metallo fisico, influenzata da molteplici fattori economici, finanziari e politici. La tendenza, identificata dal CPM Group già nel 2000, ha segnato l’inizio di un cambiamento strutturale nel mercato: da cicli brevi di uno o due anni si è infatti passati a un interesse sostenuto degli investitori che perdura da decenni.
Le previsioni per il 2025 sono particolarmente interessanti.
Dopo un 2024 che ha visto il prezzo medio dell’oro attestarsi intorno ai 2.370 dollari l’oncia (con un incremento di circa quarto rispetto al 2023), buona parte degli analisti stima un ulteriore rialzo del 13% nel 2025, portando così il prezzo medio a circa 2.730 dollari per oncia. Il trend potrebbe vedere una particolare accelerazione nel primo trimestre, seguita da una fase di consolidamento nel secondo.
Dal punto di vista dell’offerta, si stima un moderato aumento della produzione mineraria globale (+1,5%) che dovrebbe raggiungere circa 88,6 milioni di once. Significativo appare l’incremento previsto dell’offerta secondaria (oro riciclato), stimato intorno al 10% per un totale di 40,9 milioni di once, spinto sia dai prezzi elevati che dal possibile deterioramento delle condizioni economiche in diverse aree del mondo.
Le banche centrali, tradizionalmente acquirenti importanti, potrebbero mostrare maggiore cautela rispetto agli anni precedenti, mantenendo comunque un volume di acquisti netti intorno agli 8 milioni di once. La prudenza delle banche centrali più importanti potrebbe tuttavia essere compensata dalla maggiore propensione all’acquisto da parte di quelle dei Paesi emergenti, ben desiderose di diversificare le proprie risorse. Un elemento di potenziale instabilità potrebbe essere rappresentato dalla Russia, che detiene riserve per circa 75 milioni di once.
La domanda da parte degli investitori privati dovrebbe crescere significativamente, con previsioni che indicano acquisti netti per circa 44 milioni di once nel 2025, in aumento rispetto ai 32 milioni stimati per il 2024. L’incremento sarebbe sostenuto dalle crescenti preoccupazioni riguardo al contesto economico e politico globale.
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