Ne siamo affascinati, lo conserviamo e lo utilizziamo da secoli. Ma da dove proviene l’oro?
Considerato che siamo certi che molti lettori abbiano questa curiosità, proviamo a svelare questo piccolo mistero.
La storia dell’oro inizia miliardi di anni fa: gli scienziati ritengono infatti che questo metallo prezioso si sia formato durante la collisione di stelle di neutroni, in eventi cosmici di straordinaria potenza che hanno disperso l’oro nell’universo, poi giunto sulla Terra durante la formazione del nostro pianeta, circa 4,5 miliardi di anni fa.
La formazione dei giacimenti
Nel corso di milioni di anni, l’oro si è concentrato in specifiche aree della crosta terrestre, formando i giacimenti che l’uomo ha poi scoperto e sfruttato.
I depositi auriferi si sono formati principalmente attraverso processi geologici come l’attività vulcanica e l’erosione. L’oro, trasportato da acque termali profonde, si è depositato nelle fratture delle rocce, creando le vene aurifere, oppure è stato trasportato dai fiumi, formando i depositi alluvionali.
Le prime scoperte dell’uomo
Le prime tracce dell’utilizzo dell’oro da parte dell’uomo risalgono al Paleolitico. Le civiltà antiche scoprirono infatti questo metallo prezioso nei letti dei fiumi, dove si presentava sotto forma di pepite e pagliuzze. La sua lucentezza, la malleabilità e l’inalterabilità lo resero immediatamente oggetto di grande interesse.
Gli Egizi, in particolare, furono tra i primi a sviluppare tecniche sistematiche di estrazione e lavorazione dell’oro.
Nelle antiche civiltà, l’oro assunse ben presto un significato che andava ben oltre il suo valore materiale. Per gli Egizi rappresentava la carne degli dei, per gli Incas era il sudore del sole, mentre per i Maya simboleggiava il potere divino. Qualsiasi sia il significato per loro, queste culture svilupparono sofisticate tecniche di estrazione e raffinazione, sviluppandole generazione dopo generazione.
Naturalmente, l’estrazione moderna dell’oro è qualcosa che ben si discosta dai processi rudimentali di secoli fa, essendo un procedimento altamente tecnologico: le miniere a cielo aperto hanno sostituito in gran parte le tradizionali miniere sotterranee, mentre tecniche come la lisciviazione con cianuro permettono di recuperare l’oro anche da minerali a basso tenore.
Il ciclo dell’oro: dal minerale al gioiello
Il percorso dell’oro dal giacimento al gioiello è lungo, complesso e affascinante. Dopo l’estrazione, infatti, il minerale viene frantumato e trattato chimicamente per separare l’oro dalle impurità. Viene poi raffinato fino a raggiungere la purezza desiderata. Solo a questo punto può essere trasformato in lingotti o utilizzato per la creazione di gioielli e altri oggetti preziosi.
Peraltro, si consideri che, nonostante la frequenza con cui si estrae, e nonostante millenni di utilizzo, si stima che gran parte dell’oro terrestre sia ancora da scoprire. Gli scienziati ritengono che le maggiori riserve si trovino nelle profondità oceaniche e nel mantello terrestre.
Non è dunque una sorpresa che le nuove frontiere dell’estrazione includano proprio l’esplorazione dei fondali marini e lo sviluppo di tecniche sempre più sostenibili per il recupero di questo prezioso metallo.
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